Negli ultimi anni, il Metodo Wim Hof è diventato sinonimo di autodisciplina, forza mentale e benessere fisico. Ma dietro la fama e le docce fredde condivise sui social, c’è una domanda più profonda: quanto è reale l’effetto del respiro e del freddo sul corpo umano?
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Amsterdam ha deciso di scoprirlo con un approccio scientifico. Nel 2019, un team guidato da G.A. Buijze e colleghi ha pubblicato uno studio su PLOS ONE dal titolo:
“An add-on training program involving breathing exercises, cold exposure and meditation attenuates inflammation and disease activity in axial spondyloarthritis.”
Tradotto: un programma basato su respirazione, esposizione al freddo e meditazione può ridurre l’infiammazione e i sintomi di una malattia cronica infiammatoria.
Un risultato sorprendente, che porta il “metodo Wim Hof” fuori dal mondo del benessere alternativo e dentro i laboratori della medicina.
Lo studio: 8 settimane tra respiro, ghiaccio e meditazione
Lo studio ha coinvolto 24 pazienti affetti da spondiloartrite assiale, una malattia infiammatoria cronica che colpisce la colonna vertebrale. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi: uno ha seguito il programma “Wim Hof style” per otto settimane, l’altro ha continuato con le terapie standard.
Il programma prevedeva tre pilastri principali:
- Esercizi di respirazione – serie di iperventilazioni controllate seguite da fasi di apnea e respirazione profonda. Questo ciclo di respirazione alternata provoca uno stato temporaneo di alcalosi e lieve ipossia, stimolando il sistema nervoso simpatico e la produzione di adrenalina.
- Esposizione graduale al freddo – immersioni in acqua ghiacciata (0–1°C) e docce fredde quotidiane fino a 5 minuti.
- Meditazione e concentrazione – momenti di calma e visualizzazione per sviluppare una maggiore consapevolezza corporea e controllo mentale.
Il programma è stato supervisionato da Wim Hof e dal suo team, con la presenza di personale medico per garantire la sicurezza di tutti i partecipanti.
Cosa è successo nel corpo dei partecipanti
I risultati, dopo 8 settimane, sono stati chiari e promettenti:
- Riduzione dell’infiammazione: i valori di ESR (velocità di eritrosedimentazione, un indicatore di infiammazione) sono diminuiti in modo significativo nel gruppo di intervento, ma non nel gruppo di controllo.
- Miglioramento dell’attività della malattia: anche gli indici clinici come l’ASDAS-CRP e il BASDAI — che misurano rispettivamente l’attività e la percezione dei sintomi — hanno mostrato un calo notevole.
- Aumento della qualità della vita: i punteggi del questionario SF-36, che valuta la percezione del benessere fisico e mentale, sono migliorati significativamente solo nel gruppo che praticava le tecniche.
- Nessun rischio per la salute: non sono stati registrati eventi avversi gravi legati all’intervento, dimostrando che il metodo è sicuro anche in pazienti con malattie croniche (se supervisionato).
Cosa ci dice questo esperimento sul Metodo Wim Hof
Questo studio conferma, con basi scientifiche, ciò che molti praticanti del metodo Wim Hof avevano già sperimentato sulla propria pelle: il respiro e il freddo possono davvero influenzare il sistema immunitario e ridurre i marcatori di infiammazione.
In passato, il team di Kox et al. (2014) aveva già mostrato che il metodo Wim Hof poteva aumentare i livelli di adrenalina e attivare il sistema nervoso simpatico in soggetti sani, riducendo la risposta infiammatoria a un’iniezione di endotossine.
Questa nuova ricerca fa un passo in più: dimostra che anche in presenza di un’infiammazione cronica reale, il corpo può essere allenato a reagire meglio.
Come funziona, in parole semplici
Dietro le sigle mediche e i numeri di laboratorio, c’è un principio semplice:
attraverso il respiro e il freddo, possiamo “insegnare” al corpo a gestire lo stress e l’infiammazione.
Durante gli esercizi di respirazione, l’aumento temporaneo dell’adrenalina e l’ossigenazione variabile del sangue stimolano una risposta del sistema nervoso autonomo.
Il freddo, invece, costringe il corpo a riattivare i suoi meccanismi di adattamento, migliorando la circolazione, la produzione di energia e la resistenza allo stress.
La meditazione chiude il cerchio, portando equilibrio tra corpo e mente.
Il risultato?
Un sistema immunitario più flessibile, una mente più calma e una sensazione generale di energia e presenza.
Un ponte tra scienza e consapevolezza
L’esperimento di Amsterdam non è la prova definitiva, ma rappresenta un punto di svolta: per la prima volta, una combinazione di pratiche naturali — respiro, freddo e meditazione — mostra risultati concreti nella riduzione di un processo infiammatorio cronico.
Per i ricercatori, il prossimo passo sarà capire quale elemento ha il ruolo maggiore: il respiro? il freddo? la meditazione? O la loro sinergia?
Ma per chi pratica ogni giorno, la risposta è già nel sentire: è l’insieme che funziona.
Il mio pensiero
Credo che ogni respiro consapevole sia un passo verso una vita più piena, equilibrata e vitale.
Il metodo Wim Hof non è solo una tecnica estrema: è un invito a riconnettersi con le risorse naturali del corpo e ad ascoltare il proprio ritmo.
Se vuoi sperimentare in sicurezza le tecniche di respirazione, meditazione e approccio al freddo guidato da un istruttore Wim Hof qualificato, contattami!